Hope - by Paola - |
Gli occhi di una monaca sorridono guardando Giulia che ha un po’ paura quando la sua mano rugosa la tocca.
Apre la porta della sua cella e ci invita ad entrare, è buio dentro si fa fatica a mettere a fuoco.
E’ una piccola stanza colorata, la monaca ci invita a sedere su quello che deve essere il suo letto.
Ci offre delle caramelle. Cerchiamo di comunicare ma è difficile, riusciamo solo a far capire i nostri nomi e a capire il suo.
I suoi occhi sono dolci, sorridono, comunicano una serenità infinita.
Ti ci specchi dentro e trovi la luce. In un mondo fatto di rinunce, di sopraffazione, di paura, il suo viso esprime serenità, dolcezza. Non vi è tristezza nei suoi occhi, non un rimpianto vi si legge.
Rimaniamo in silenzio, sorridendo, dalle sue labbra escono parole incomprensibili, parole scandite piano, parole fatte di suoni gutturali che sembrano dolci pronunciate da questa donna.
Ti ricordo oggi come allora, piccola monaca tibetana, dal nome difficile, ricordo il tuo sorriso, la tua dolcezza e i tuoi occhi pieni di una pace infinita.
Ti ricordo oggi, pensando ad un’altra monaca, immolata in una strada, immolata in nome di una Libertà che vi appartiene di diritto ma che vi è negata da decenni.
FREE TIBET!