venerdì 21 luglio 2017

Il fantasma senza ombrello

Stoccolma - Skinnarviksberget - by Paola

Grigi e neri nuvoloni,
vento, pioggia,lampi e tuoni
il fantasma alza il naso
e si accorge un po’ per caso 
che uscendo dal castello  
è rimasto senza ombrello.

Corre, scappa, scappa e corre
finché vede là una torre
dalla torre fa cù-cù
e poi cade a testa in giù!
E' caduto in un fossato
e il lenzuolo ha un po’ bagnato
avrà preso il raffreddore 
ma non c'è nessun dottore.

Il fantasma solo, solo,
soffia il naso nel lenzuolo,
batte i denti, trema assai 
non si fermerebbe mai.
Tutto a un tratto spunta il sole 
e passato è il raffreddore 
il fantasma senza ombrello
può tornare al suo castello.

giovedì 9 marzo 2017

Apeggiando

Come una visione - by Paola
C’era una volta una piccola apina
pigra, allegra e molto carina.
Vagava e vagava
a zonzo girava
e al fiore più bello 
un inchino faceva
danzandogli intorno in un bel carosello.

Il giorno vagava 
e la notte sognava
danzava beata
dai fiori ammaliata.

E dopo la danza
un po’ riposava, 
il fiore annusava
il polline amava.

Dal fiore beveva 
un prezioso tesoro
e dopo il riposo,
con piglio armonioso,
tornava a danzare,
sognare ed amare

sabato 18 febbraio 2017

Pugni chiusi

Cartolina Museo del 900 - Milano - by Paola

Pugni chiusi, freddo vento.
Una lacrima si ferma sul viso quasi fosse di ghiaccio. 
Un attimo, un tormento di solitudine in questa fredda città.
Anima persa che vaghi alla ricerca del tutto
stringendo nella mano il nulla.
Il sogno s'infrange nel grigio mattino, 
ma tu continui indomita  ad inseguirlo 
cercandone i colori.

giovedì 19 gennaio 2017

Invisibile

io, milioni di anni fa
Camminava lenta, sotto la pioggia, soppesando un passo dietro l’altro quasi i piedi fossero troppo pesanti e facessero troppa fatica a staccarsi dal terreno, non pensava a nulla o forse pensava solo ad una frase di un libro che sempre leggeva e che diceva più o meno così: 
“..poichè un cuore che cerca, sente bene che qualcosa gli manca; ma un cuore che ha perduto, sa di cosa è stato privato””. 

Lo ripeteva quasi fosse un mantra, passo dopo passo.

Pensava in quell’ora della sera. Pensava al suo primo ricordo, non quello che gli altri le avevano raccontato ma proprio il suo: il primo istante della vita che era stato solo suo e che lei non avrebbe mai dimenticato.
Nella sua mente iniziò il racconto di quel giorno di primavera in cui vide una farfalla, una di quelle tutte colorate che non si vedono spesso in città; provò ad avvicinarsi, piano piano,  passo dopo passo, sempre più vicino, il respiro si faceva più veloce mentre tendeva la mano per sfiorarla, aspettando da un momento all’altro che la farfalla volasse via, ma nulla rimaneva ferma, sbattendo solo un poco le ali e fu allora che capì.
La farfalla rimaneva lì aggrappata a quel fiore perché non si accorgeva della sua presenza, lei era invisibile e la farfalla non poteva vederla.

E da questo preciso momento pensò che ho cominciato a capire di essere diversa. Diversa come la prima foglia di autunno che cade, mentre le altre la osservano ancora attaccate solide ai rami, diversa come la neve di marzo che fa gli sberleffi alla primavera,  diversa perché invisibile.
E poi sì era andata a scuola, e c’era pure un banco per lei ma agli altri appariva sempre vuoto quel banco. 
Poi un giorno un bambino le rivolse la parola, mentre leggeva sotto un albero…un bambino buffo, con i capelli che parevano una nuvola arruffata.

Parlarono, si arrampicarono, risero quel  giorno e poi lui  se ne andò e lei rimase a leggere sotto l’albero, ancora una volta invisibile.

Spesso si chiedeva se esistesse veramente magari era solo l’immagine dipinta su un quadro, la visione di un pittore.
Ma era fatta così, le toccava stare in piedi, a bocca aperta a discutere con la vita, anche se con la vita si fatica a discutere, sei così e ti devi accontentare  mica come le farfalle che prima erano bruchi.

Pensava e camminava, passo dopo passo, non pioveva più. Il cielo era colore del vino scuro. Così decise, in un attimo decise. Aumentò il passo. Sapeva che doveva andare a cercare quel bambino con i capelli di nuvole che per un giorno solo l’aveva vista. 
 

domenica 15 gennaio 2017

Indifferenza

Il volo - santa Maria del Focallo - by Paola


Nuvole: oggi sono consapevole del cielo, poiché ci sono giorni in cui non lo guardo ma lo sento solo, grigio e immutabile sopra di me. 
Nuvole che corrono impassibile da oriente a occidente, continuano a passare, passeranno sempre continuamente, in una sequenza folle discontinua di fili simili a matasse
Nuvole che passano mentre la tua indifferenza mi distrugge le costole e aspetto quelle nuvole di tempesta che mi devastino l’anima.